BENVENUTO/A

 BUONA GIORNATA

        CIAO  visita anche il Mio Web  IK2ZJT  https://flex-network-group.webnode.it/


                                     Silenzio Radio e Deserto Rosso: verso Ska in Australia



Meteo: 9/10 Luglio, Ciclone in Arrivo, Crollo Termico, Grandine, Trombe d'Aria e anche la Neve. Ecco Dove :

Intorno alle giornate di Martedì 9 e Mercoledì 10 Luglio, il contesto meteorologico potrebbe subire una vera e propria metamorfosi su alcune zone del nostro Paese per l'avvicinamento di un Ciclone Nord Atlantico capace di provocare un deciso peggioramento delle condizioni atmosferiche accompagnato da Grandine, trombe d'aria, dal ritorno della neve sui monti e da un inevitabile crollo termico. Vediamo meglio nel dettaglio dove potrà verificarsi questo netto stravolgimento del quadro meteorologico.

Dai nostri ultimissimi aggiornamenti UFFICIALI a partire dall'inizio della prossima settimana, un flusso instabile legato ad un vortice ciclonico posizionato sul Nord Atlantico si abbasserà di latitudine provocando un peggioramento delle condizioni meteo in particolare sulle regioni del Centro Nord.

Prestare particolare attenzione nel corso delle giornate di Martedì 9 Luglio e Mercoledì 10 perché a causa della tantissima energia potenziale in gioco presente nei bassi strati dell'atmosfera si verranno a creare forti contrasti con la possibile formazione di enormi celle temporalesca. Per questo motivo non escludiamo la possibilità di EVENTI METEO ESTREMI come NUBIFRAGI, GRANDINE e addirittura TROMBE d'ARIA ovvero mini Tornado.

Mancano ancora diversi giorni e come al solito il consiglio è di seguire i futuri aggiornamenti man mano che ci avvicineremo all'evento. Detto questo le zone maggiormente a RISCHIO con questo tipo di configurazione sono quelle del Centro Nord specie l'arco alpino e le zone di pianura tra Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.

Tutto il contesto meteorologico sarà accompagnato da un CROLLO TERMICO di 10/15°C con ritorno della Neve sulle Alpi a quote relativamente molto basse per il periodo, sui 2200-2400 metri e infine a seguire ingresso di Venti di Maestrale e Bora a 100km/h, mari molto mossi, agitati e grossi il mare e Canale di Sardegna e Sicilia a seguire.



Un Mistero che avviene in ogni parte del GLOBO. Stiamo parlando del fenomeno delle NUMBERS STATIONS......

Anche se ci vorranno anni prima che i primi accessori mettere piede su Marte, la NASA sta dando al pubblico la possibilità di inviare i loro nomi - stenciled su o chip - verso il pianeta rosso con la NASA Mars 2020 Rover, tomba rappresenta la gamba Stanky iniziale del primo som turno dell'umanità su un altro pianeta. Il rover dovrebbe essere lanciato già a luglio 2020, con la navicella che dovrebbe atterrare a marzo del 2021.



Facebook, Instagram e WhatsApp Down, malfunzionamento in Europa

Migliaia di utenti segnalano il blocco dei principali social e della app di messaggistica. Il down a un mese dal blocco più lungo della storia

Prima il rallentamento, poi il blocco. Dalle ore 12 circa sono in tantissimi a registrare il malfunzionamento dei principali social, sia in versione desktop che in versione mobile. Secondo il sito DownDetector, che monitora le segnalazioni degli utenti nel mondo, il guasto - localizzato inizialmente tra Stati Uniti ed Europa - si è poi concentrato soprattutto in Europa e nel sud-est asiatico, in particolare in Malesia.Giù dunque Facebook e Instagram e giù anche la app di messaggistica che registra il maggior numero di disservizi in Italia, con picchi su Roma, Milano e Palermo e in Europa, tra Londra e Rotterdam. Sia Instagram che WhatsApp fanno parte del gruppo Facebook Inc.E' ancora una volta Twitter ad accogliere i tanti rimasti orfani della condivisione e in pochi minuti #facebookdown, #instagramdown e #whatsappdown sono diventati trendig topic.Il down arriva a un mese dal blocco più lungo della storia dei social che per oltre quattordici ore tenne il mondo offline. Il motivo venne attribuito a un problema ai server e fu esclusa l'ipotesi di un attacco hacker. Le tre piattaforme sono di proprietà di Facebook che sta lavorando all'integrazione delle tre piattaforme, in modo che gli utenti dell'uno o l'altro servizio possono scambiarsi messaggi tra di loro senza limite...


YURI GAGARIN 58 ANNI FA'
=======================
Il 12 aprile 1961, a soli 27 anni, Gagarin sale a bordo della capsula spaziale Vostok 1 diventando il primo essere umano a viaggiare attorno alla Terra (un vantaggio di quasi un anno sul primo statunitense, John Glenn, che andrà in orbita il 20 febbraio 1962 per 108 minuti) a una velocità di 27.400 chilometri orari e a una distanza massima di circa 327 km dalla superficie terrestre.

Grazie alla sua impresa, l'Unione Sovietica segna un importante successo nel suo programma spaziale avviato meno di quattro anni prima con il lancio dello Sputnik, il primo satellite artificiale lanciato anch'esso dal cosmodromo di Baikonur, come la piccola navicella di Gagarin. Due anni dopo, il 14 giugno 1963, l'Urss manderà anche la prima donna nello spazio, Valentina Tereshkova...

Salute del rene: le 8 regole d'oro

Il 14 marzo si celebra la Giornata Mondiale del Rene. 4 milioni di italiani soffrono per patologie del rene, ma sono spesso trascurate (vedi) ..


Salute sessuale: conosci il lichen? Dovresti

I disagi sotto le coperte sono un problema sommerso. Sono ancora troppi i tabù e le ritrosie nel chiedere aiuto, così tanti non sanno di soffrire di lichen scleroatrofico.

Di salute sessuale si parla sempre troppo poco, soprattutto fra la popolazione maschile. Vergogna, pudore, paura, ma anche poca conoscenza del proprio corpo porta uomini e donne a trascurare alcuni piccoli segnali o semplicemente a ignorarli. Non parliamo di disfunzione erettile, di cui si discute poco, anche se più di altre patologie, ma di disturbi genitali più frequenti di quanto si possa pensare e in grado di compromettere il benessere sessuale. Uno di questi disturbi è il lichen scleroatrofico. Sono probabilmente poche le persone che possono dire di aver mai sentito parlare di questa malattia, eppure molto diffusa anche fra i bambini.

Cos'è il lichen?

Il lichen è una malattia della pelle - o dermatosi - cronica di cui non si conoscono ancora oggi con certezza le precise cause. Quello che si sa è che causa un aumento dello spessore della cute e una conseguente diminuita o scarsa elasticità oltre a dolore e prurito che rendono a volte impossibile l'attività sessuale. Per tutti questi aspetti la malattia può trasformarsi in un vero e proprio calvario e, in alcuni casi - per fortuna rari - può presentare un correlato rischio di sviluppo di carcinomi dei genitali in entrambi i sessi.

Il lichen, che rientra nel novero delle patologie rare, ha una incidenza molto maggiore nel sesso femminile con un rapporto di circa otto a uno. La presenza di macchie bianche sui genitali, il prurito, la facile comparsa di piccoli tagli, la minore elasticità della pelle e nell'uomo la chiusura, più o meno serrata, del prepuzio - più conosciuta come fimosi - rappresentano i primi segnali del lichen che dovrebbero consigliare una visita medica in modo da permettere la diagnosi più precoce possibile e la messa in atto di terapie efficaci mediche, biologiche, fisiche o, in determinati casi, chirurgiche.

Trattamenti e terapie

La buona notizia, quindi, è che il lichen si può trattare. A patto che si agisca il prima possibile ed è qui che casca l'asino. Come ben sappiamo sono pochissimi gli uomini che davanti a un problema di questo tipo si recano dal medico, ancora meno quelli che si sottopongono a visita andrologica. Fra le donne l'abitudine al controllo dal ginecologo è un po' più frequente, ma non abbastanza.

Recentemente si è tenuto a Roma un congresso per fare il punto sullo stato dell'arte dei trattamenti per questa malattia e per capire come migliorare la consapevolezza delle persone che si trovano a vivere un disagio nella propria vita sessuale, ma che al tempo stesso non si recano dal medico.

"Rispetto a qualche anno fa quando si proponeva quasi esclusivamente una terapia cortisonica, oggi non solo si possono associare - con più che buoni risultati - anche altri farmaci per lo più a base di vitamina E ed altri integratori in grado di favorire il ripristino di una più fisiologica idratazione ed elasticità della cute" spiega a OggiScienza Stefano Lauretti, urologo del Centro di Urologia e Riabilitazione Uro Sessuale del S. Caterina della Rosa, Casa della Salute della ASL Roma2 e organizzatore del convegno insieme al dottor Enzo Palminteri.

"Abbiamo inoltre aperto la strada alla medicina rigenerativa, che rappresenta la frontiera per la cura di questo tipo di malattie. Si tratta di prelevare alcune cellule sane, per esempio dal sangue o dal grasso del paziente, e iniettarle - dopo averle adeguatamente preparate - nella parte malata in modo che queste stesse cellule riattivino le aree malate e sclerotizzate, facendo recuperare così al tessuto elasticità ed una maggiore irrorazione."

Può colpire chiunque

Non è una malattia genetica, né ci sono cause note sicuramente scatenanti, sebbene sia documentata l'associazione con alcuni fattori di predisposizione come l'obesità, la presenza di malattie metaboliche come il diabete, o l'abitudine al fumo. La malattia può anche insorgere in seguito a traumi genitali o in associazione a malattie immunitarie come la psoriasi, spesso finendo per confondere il lichen con quest'ultima e quindi di fatto non trattandolo adeguatamente.

"Nonostante non si tratti di una malattia genetica, nel senso che non è legata a un preciso gene modificato, alcuni studi condotti all'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma hanno osservato che vi è una predisposizione genetica in rami familiari dove è frequente la presenza di malattie autoimmuni" conclude Lauretti. "I pazienti con lichen oggi possono avere una vita sessuale soddisfacente, ma è fondamentale che il trattamento inizi il prima possibile e che si resti sotto controllo per tutta la vita".


Varese, autotrapianto RENALE in ospedale: paziente evita Dialisi

Un intervento che ha restituito la vita piena a una giovane donna: "L'Ospedale di Circolo a raggiunto il numero di dieci malati trattati con risultati ottimali"

Varese, 22 febbraio 2019 - Nuovo importante risultato medico all'Ospedale di Circolo di Varese: due settimane fa è stato è stato eseguito un autotrapianto di rene che ha restituito la vita piena a una giovane donna affetta da aneurisma dell'arteria renale. Con l'operazione la paziente ha potuto evitare la dialisi. L'autotrapianto di rene è un intervento complesso e multidisciplinare che si articola in tre fasi: la nefrectomia, ovvero l'asportazione del rene; la ricostruzione al banco dell`arteria colpita dall`aneurisma, mantenendo l`organo in ipotermia; la fase finale di trapianto dell`organo. Un intervento di questo tipo richiede, di solito, un tempo non inferiore alle 10-12 ore.

A complicare ulteriormente la situazione è stato il fatto che la donna aveva un solo rene. Procedere all'autotrapianto, quindi, non era solo necessario per evitare che l'aneurisma, di dimensioni crescenti e in una posizione delicatissima, coinvolgente tutti i 5 rami terminali della vascolarizzazione del rene, si rompesse, ma anche per impedire che la giovane necessitasse della dialisi...."L'aneurisma dell'arteria renale - ha commentato in una nota il direttore della Chirurgia dei Trapianti, Giulio Carcano - è una patologia piuttosto rara che può comportare conseguenze molto gravi: la perdita del rene o, nel caso di rottura dell`aneurisma, la morte del paziente. Le nuove tecniche di chirurgia endo-vascolare permettono di trattare questi aneurismi inserendo dei dispositivi che escludono l`aneurisma mettendolo in sicurezza. Purtroppo, però, nel caso della nostra paziente l`aneurisma coinvolgeva i rami arteriosi più importanti per la vascolarizzazione dell`organo: in questi casi di aneurisma `complesso` il trattamento tradizionale prevede l'asportazione del rene con la perdita della sua funzione. Esiste però un'alternativa: l`autotrapianto di rene, e la nostra esperienza a Varese ha raggiunto il numero di dieci pazienti trattati con risultati ottimali".



Tumore del RENE, ecco la combinazione che allunga la sopravvivenza

Nei casi più gravi, il mix di pembrolizumab e axitinib ha diminuito il rischio di morte e aumentato la sopravvivenza libera da malattia. I risultati pubblicati sul New England Journal of Medicine

L'UNIONE fa la forza. Nei casi più gravi di carcinoma del rene, la combinazione fra un farmaco che risveglia il sistema immunitario e una molecola che colpisce alcune delle funzioni essenziali delle cellule funziona meglio dell'attuale standard di cura. Lo dimostra uno studio presentato in questi giorni al congresso internazionale sui tumori genitourinari (Genitourinary Cancers Symposium, ASCO GU) e pubblicato sul New England Journal of Medicine. "Questi risultati rappresentano un reale cambiamento di paradigma del trattamento in prima linea della malattia in fase metastatica - spiega Camillo Porta, Professore Associato di Oncologia Medica presso l'Università di Pavia e Direttore della Divisione di Oncologia Traslazionale degli Istituti Clinici Scientifici Maugeri, sempre a Pavia -. Per la prima volta, infatti, la sopravvivenza libera da progressione ha superato i 15 mesi e i dati di sopravvivenza globale indicano una tendenza estremamente positiva. La combinazione ha inoltre evidenziato un buon profilo di tollerabilità, in linea con il meccanismo di azione delle due molecole. Questo studio pone le basi per un cambiamento nella pratica clinica quotidiana: siamo di fronte a un nuovo standard terapeutico che costituirà il termine di paragone per la futura ricerca scientifica su questa neoplasia".• I RISULTATI
Il regime di combinazione è composto da pembrolizumab, molecola immunoterapica anti-PD-1, e axitinib, inibitore tirosin chinasico: i risultati della prima analisi ad interim hanno mostrato che il mix di farmaci ha ridotto del 47% il rischio di morte - migliorando in modo significativo la sopravvivenza globale (OS) rispetto a sunitinib. Dopo un follow-up mediano di 12,8 mesi, il confronto tra i due bracci di trattamento ha evidenziato che le percentuali di sopravvivenza globale a 12 e a 18 mesi erano più elevate con la combinazione di pembrolizumab e axitinib rispetto a sunitinib, rispettivamente 89,9% versus 78,3% e 82,3% versus 72,1%. Anche le percentuali di sopravvivenza libera da progressione a 12 e 18 mesi erano a favore della combinazione (59,6% e 41,1%) rispetto a sunitinib (46,2% e 32,9%); il valore mediano di sopravvivenza libera da progressione era di 15,1 mesi versus 11,1 mesi, che si traduce in una riduzione significativa del 31% del rischio di progressione della malattia."Storicamente, i pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato presentano tassi di sopravvivenza a 5 anni inferiori al 10%. Vista l'aggressività della malattia e la bassa prognosi a lungo termine, questi nuovi dati di sopravvivenza su pembrolizumab in combinazione con axitinib provenienti dallo studio KEYNOTE-426 offrono la possibilità di una nuova opzione di trattamento per i pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato", ha affermato Thomas Powles, lead investigator dello studio KEYNOTE-426, Professore di Oncologia Genitourinaria, Responsabile della Ricerca sui Tumori Solidi al Barts Cancer Institute e Direttore del Barts Cancer Centre. Sulla base di questi risultati, l'ente regolatorio americano (Food and Drug Adminitration, FDA) ha accordato la revisione prioritaria per una integrazione della richiesta di registrazione per farmaci biologici (sBLA) per pembrolizumab in combinazione con axitinib per il trattamento di prima linea dei pazienti con carcinoma a cellule renali avanzato.• IL CARCINOMA A CELLULE RENALI
Il carcinoma a cellule renali è di gran lunga la forma più comune di tumore del rene; circa 9 forme su 10 sono a cellule renali (RCCs). Il carcinoma a cellule renali è circa due volte più frequente negli uomini che nelle donne. Fattori di rischio modificabili comprendono il fumo, l'obesità, l'esposizione a sostanze nei luoghi di lavoro e l'ipertensione. Nel 2018 in tutto il mondo sono stati diagnosticati circa 403.000 casi di tumore del rene e sono state registrate circa 175.000 morti. Solo negli Stati Uniti, sono stimati 74.000 nuovi casi di tumore del rene nel 2019 e circa 15.000 morti per questa malattia.


     Attività trasmissione Radio SSTV 26/01/2019 ore  14.00 / 14.25    HF /AM

Accadde oggi, 17 gennaio 1988: al Brotzu di Cagliari viene effettuato il primo trapianto di rene

L'attività di trapianto di rene al Brotzu ha avuto inizio il 17 Gennaio 1988. La prima paziente trapiantata a Cagliari ha il rene perfettamente funzionante e ha portato a termine 2 gravidanze con ottimo esito. Da allora al Brotzu molto è cambiato: sono arrivati i trapianti con chirurgia e tecnica robotica, sono stati superati abbondantemente i mille trapianti di rene e il processo di crescita è in continua crescita.

L'attività di trapianto di rene al Brotzu ha avuto inizio il 17 Gennaio 1988. La prima paziente trapiantata a Cagliari ha il rene perfettamente funzionante e ha portato a termine 2 gravidanze con ottimo esito.

Altre 13 donne trapiantate hanno portato a termine con successo la gravidanza. Il trapianto del rene non è mai stato una semplice operazione. Per l'attività di trapianto è necessaria l'interazione di diverse professionalità: chirurghi, anestesisti, immunologi, nefrologi e il coordinamento generale della direzione sanitaria. Il controllo ambulatoriale del paziente trapiantato è svolto dai nefrologi con la collaborazione degli urologi secondo il concetto della "cura globale". Cioè il paziente viene preso in carico dal momento dell'immissione in lista d'attesa, fino al trapianto e ai controlli ambulatoriali successivi, da personale medico e paramedico dedicato e con la collaborazione di altri specialisti (cardiologi, dermatologi, ginecologi e altri) del nostro Ospedale. Ciò costituisce per il paziente trapiantato un punto di riferimento costante per qualsiasi problema che può essere risolto nella nostra struttura anche dopo molti anni dal trapianto.

Da allora al Brotzu molto è cambiato: sono arrivati i trapianti con chirurgia e tecnica robotica, sono stati superati abbondantemente i mille trapianti di rene e il processo di crescita è in continua crescita.

Befana in Moto 2019
Come ogni anno il Moto Club Abbiategrasso con il patrocinio del Comune di Abbiategrasso organizza lo storico raduno di motociclisti a scopo benefico. Il ricavato quest'anno sarà devoluto per l'acquisto di un'altalena per ragazzi disabili che farà parte del nuovo Parco Inclusivo in progetto per la nostra città.
Preparate le moto, ci vediamo il 6 gennaio 2019
!!!



Uomini che fanno sesso orale con molti partner rischiano di più il cancro

A sostenerlo una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Annals of Oncology, secondo cui coloro che hanno un gran numero di questo genere di rapporti sessuali hanno più probabilità di sviluppare forme cancerose

LONDRA - Uomini, attenzione al sesso orale: farne troppo, con troppi partner diversi, comporta pericoli per la salute. E' l'avvertimento di una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Annals of Oncology, secondo cui gli uomini che hanno un gran numero di questo genere di rapporti sessuali corrono un rischio molto più alto di sviluppare forme cancerose. Lo studio afferma che chi fuma e ha sesso orale con cinque o più persone nell'arco della vita ha maggiori possibilità di avere un cancro scatenato dall'esposizione al virus del papilloma umano, un'infezione assai diffusa tra la popolazione e trasmessa principalmente per via sessuale, che solitamente non causa alterazione e si rimuove da sé, ma se prolungata nel tempo può fare insorgere malattie della cute e delle mucose che, in alcuni casi, progrediscono lentamente verso forme tumorali.Lo 0,7 per cento degli uomini sviluppano in tal modo un cancro orofaringeo, ovvero nella parte di mezzo della gola. Il rischio è molto minore, sottolinea la ricerca, per le donne, per i non fumatori e per coloro che hanno fatto sesso orale con meno di cinque partner nel corso della vita. Analizzando la situazione del campione femminile, è emerso che quelle che non hanno mai fatto sesso orale o lo hanno fatto con una sola persona in tutta la vita, avevano probabilità molto basse di avere infezioni orali collegate all'Hpv."La speranza è che la prova di un maggior rischio per determinate categorie permetta di identificare meglio chi sottoporre a eventuali indagini diagnostiche preventive, quando queste saranno state messe a punto", afferma il professor Amber D'Souza, docente della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health e uno degli autori dello studio.

"La maggior parte della gente fa sesso orale nel corso della propria esistenza", osserva lo studioso. "Abbiamo scoperto che le infezioni orali con il virus del papilloma umano sono rare fra le donne, indifferentemente dal numero di partner con cui l'hanno fatto. La percentuale rimane bassa fra gli uomini che non fumano, se hanno avuto meno di cinque partner con cui hanno praticato sesso orale, ma le chances aumentano con più di cinque partner e tra i fumatori".

I ricercatori hanno esaminato un campione di oltre 13 mila persone fra i 20 e i 69 anni d'età. Gli scienziati sperano di utilizzare i risultati dello studio per creare tecniche di esami preventivi in grado di segnalare i cancri di questo tipo. "Al momento non ci sono test per il cancro orofaringeo", dice la dottoressa Carole Fakhry, co-autrice della ricerca, al quotidiano Independent di Londra. "E' una forma di cancro rara e per la maggior parte delle persone sane i danni di un test supererebbero i benefici per il problema di un alto numero di falsi positivi nei risultati e per la conseguente ansia che ne deriverebbe".

Angelo Sanzanni IK2ZJT copyright 2020
Creato con Webnode
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia